Light drifting…con galleggiante!

Voglio parlare di una tecnica molto redditizia con determinate condizioni di mare e di fondale: il light drifting con il galleggiante. Con questa tecnica, che può essere tranquillamente considerata una variante del normale light drifting, si vanno ad insidiare principalmente i predatori di mezz’acqua come palamite, sgombri, serra e barracuda senza però escludere la possibilità di imbatterci, naturalmente con un po’ di fortuna, in saraghi e dentici.

E’ abbastanza frequente infatti che al nostro innesco di tocchetto di sarda si presentino specie che abitualmente popolano gli strati inferiori della colonna d’acqua.

Questa pesca può essere attuata in qualsiasi periodo dell’anno e con qualsiasi condizione di mare; dà il meglio di sé però su fondali inferiori a 25mt ma soprattutto con scarsa o inesistente corrente. E’ proprio questa la condizione essenziale per poter applicare la tecnica; una corrente sostenuta ci obbligherebbe ad appesantire eccessivamente il sistema pescante non facendo lavorare bene le nostre esche nell’acqua con l’inevitabile conseguenza di veder praticamente azzerate le abboccate.

Palamite a light drifting

Light drifting con galleggiante alle palamite

L’attrezzatura

La canna ha un ruolo fondamentale nella tecnica del light drifting con il galleggiante, ne servono di medio-lunghe, indicativamente da 4,5 a 5mt, con azione morbida e parabolica. Tale lunghezza è necessaria per poter gestire al meglio i lunghi finali adottati in questa disciplina mentre il tipo di azione risulterà vincente per gestire i sottili diametri che talvolta saremo costretti ad usare per poter insidiare i nostri amici pinnuti.

Azione di pesca a light driftingDopo diversi anni di esperimenti personalmente, più che canne da mare, ho finito per usare potenti bolognesi da fiume; esse secondo me sono infatti in grado di offrire il giusto mix di morbidezza e potenza necessario per far fronte a qualsiasi tipo di preda ci si trovi a dover combattere anche adottando finali sottili.

In accoppiata serve un mulinello dalla bobina di diametro piuttosto generoso e rapporto di recupero alto; indicativamente possiamo considerare ottimi mulinelli che ad ogni giro di manovella recuperano dai 95 ai 110 cm. Dato i continui sbobinamenti e recuperi, fondamentale risulterà l’imbobinamento, dovrà essere perfetto. Su di esso caricheremo un buon monofilo dello 0,28 che dovrà avere peculiarità di morbidezza e scarsissima memoria.

 

Mulinello consigliato: Shimano Ultegra 4500

Canna consigliata: Colmic Power Fighting mt 5

La tecnica “light drifting”

Alla lenza madre dello 0,28, e dopo aver applicato uno stopper in filo di lana, viene infilato un galleggiante scorrevole da 5gr a 15gr. Nello scegliere la grammatura si deve tenere in considerazione corrente e dimensioni del boccone. Successivamente al segnalatore un piombo con foro passante di grammatura adeguata ed una perlina la quale va a battuta sul nodo della girella con moschettone. Da questo parte, tramite un cappio, il finale in fluoro carbon con diametri che possono andare dallo 0,18 allo 0,25 e lunghezze da 2,5 a 3 mt. Alla fine del fluoro carbonio un riporto in dynema di 10 cm ed amo del 2.

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Lenza per light drifting con galleggiante

L’azione di pesca

Fondamentale importanza in questo tipo di pesca è rivestita dalla pasturazione, dovremmo infatti “far andare” il nostro galleggiante, e di conseguenza la nostra esca, dentro ad una scia continua di tocchetti di sarde. Si pesca ad archetto aperto facendo uscire liberamente la lenza dal mulinello; la mangiata può essere avvertita in due modi: o attraverso lo sbobinamento violento del monofilo o alla vista dell’immersione del galleggiante. In ambedue i casi si chiude l’archetto, si aspetta che il sistema pescante vada in tensione e si ferra.

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Marco con una bella spigola presa a light drifting con galleggiante

Se perfettamente eseguita la tecnica del light drifting con il galleggiante può riservare grandi soddisfazioni; variando la profondità in cui far fluttare le nostre esche si può decidere infatti quali specie insidiare. Prediligeremo la superficie se punteremo a barracuda o serra; da 10 a 20 mt è la profondità ideale per sgombri e palamite; staremo sul fondo per dentici e saraghi ma attenzione… a volte quaggiù ci scappa anche la spigola!!!

2 Comments

  1. Ilario 28 Settembre 2019
    • marco 15 Gennaio 2020

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